Comunicato del Consiglio dell’Arcivescovado del 22 novembre 2018 riguardo alla situazione della parrocchia di Firenze
Comunicato del Consiglio dell’Arcivescovado del 22 novembre 2018 riguardo alla situazione della parrocchia di Firenze
Domenica 28 ottobre 2018, l’arciprete Georgij Blatinskij, rettore di questa parrocchia, ha cessato di commemorare durante la Liturgia – in contrasto con tutti i canoni – le autorità canoniche da cui egli dipende, ovvero il Patriarca ecumenico e il vescovo diocesano, Mons. Giovanni. Al termine della celebrazione, ha detto ai fedeli presenti che a partire da quella domenica la parrocchia si trovava nella giurisdizione del metropolita Hilarion della Chiesa Russa all’Estero (Patriarcato di Mosca), e ha giustificato questo cambio di giurisdizione con il pretesto che il Trono patriarcale ecumenico di Costantinopoli sarebbe caduto in «scisma» a causa del suo intervento in Ucraina. Secondo le nostre informazioni, questa decisione, presa in modo unilaterale dal rettore della parrocchia, è stata poi presentata come il risultato di un voto unanime da parte di una «assemblea generale della parrocchia», in contraddizione con le norme ecclesiastiche e lo statuto civile della parrocchia (nessuna riunione è stata convocata regolarmente per quel giorno).
Su richiesta di Mons. Giovanni, una delegazione dell’Arcivescovado si è recata a Firenze il 31 ottobre per incontrare il clero e i responsabili laici della parrocchia e chiarire la situazione. Durante l’incontro, padre Blatinskij e parrocchiani che lo accompagnavano hanno cercato di giustificare la propria posizione dicendo che il Patriarca ecumenico ha violato canoni e perseguitava la Chiesa ortodossa d’Ucraina e quindi era uno «scismatico». Alcuni parrocchiani hanno anche affermato di temere rappresaglie quando si sarebbero recati in Russia, qualora fossero rimasti nell’Arcivescovado. Padre Blatinskij ha poi aggiunto che il metropolita Hilarion gli aveva garantito per telefono che non aveva bisogno di ricevere alcuna lettera di congedo canonico per essere ricevuto nella sua giurisdizione, in quanto, secondo lui, «tutti coloro che dipendono da Costantinopoli sono scismatici» (sic!). Di fronte a questa situazione, Mons. Giovanni ha adottato le sanzioni previste dal diritto canonico della Chiesa ortodossa, sospendendo a divinis (interdizione di ogni atto sacerdotale), a partire dal 1 novembre 2018, l’arciprete Georgij Blatinskij e il prete Oleg Turcan, sacerdote aggiunto della parrocchia. Mons. Giovanni ha anche inviato una lettera di protesta al Metropolita Hilarion a New York in data 5 novembre 2018, lettera che non ha ancora ricevuto risposta (vedi il testo annesso).
_a_Mgr_Hilarion_novembre_2018_RU.pdf
Il Consiglio esprime la sua costernazione e la sua disapprovazione per le dichiarazioni tendenziose e per le azioni ingannevoli compiute da padre Georgij Blatinskij, che ha portato la comunità di Firenze nell’errore. Il Consiglio auspica che il giusto diritto sia ripristinato a breve, che i parrocchiani comprendano di esser stati ingannati da p. Blatinskij e che la chiesa di Firenze ritorni il più presto possibile nella giurisdizione dell’Arcivescovado, dal quale è stata separata in modo anticanonico e illegale, in modo che la vita liturgica possa riprendere in pace e in armonia.
La Parrocchia della Natività di Cristo e di San Nicola a Firenze si è trovata sin dagli inizi della diaspora russa, nel 1920, sotto l’obbedienza canonica del Metropolita Eulogij e dei suoi successori, e tutti i sacerdoti che si sono succeduti in questa parrocchia fino ad oggi sono stati nominati senza eccezioni dagli arcivescovi che guidano l’Arcivescovado. Allo stesso modo, dopo aver ricevuto una lettera di congedo canonico dal vescovo che gli aveva conferito l’ordinazione sacerdotale in Russia, padre Georgij Blatinskij è stato incardinato nel clero dell’Arcivescovado in data 20 novembre 1994, su decreto dell’Arcivescovo Sergio di Eucarpia, quindi nominato facente funzione di rettore della stessa parrocchia di Firenze con decreto datato 6 marzo 1997, confermato in questo incarico con decreto dello stesso arcivescovo in data 5 febbraio 2001, e infine elevato alla dignità di arciprete per decisione dell’Arcivescovo Gabriele di Comana, il 6 novembre 2003.