Archevêché des églises orthodoxes de tradition russe en Europe occidentale

Patriarcat de Moscou

Messaggio di Natale 2023/2024 di Sua Eminenza Il Metropolita Giovanni di Doubna

Ai Eccellentissimi Vescovi, ai Reverendi Padri Decani, ai Sacerdoti e Diaconi, ai Monaci e alle Monache, ai fedeli e a tutti gli amici del nostro Arcivescovado.

“CRISTO È NATO! GLORIFICIAMOLO!”

Stiamo entrando nel periodo di Natale – il digiuno dell’Avvento è iniziato il 15 novembre – e stiamo quindi rivolgendo la nostra attenzione alla celebrazione di un evento che ha cambiato il corso del mondo: la nascita di Dio nella carne. Affermarlo è una questione di fede, non di razionalità. Chiunque la faccia sta compiendo una scelta, sta impegnando tutta la sua vita. Ognuno di noi deve dichiarare sinceramente quale Dio sceglie. Cristo non è nato a Roma o ad Atene. Non ha scelto il potere, la ricchezza o l’intelligenza. Non ha nemmeno scelto Gerusalemme, “la Città”. Il luogo in cui si udì il primo respiro di Dio fatto uomo fu l’umile grotta di Betlemme. In questo senso, la scelta di Cristo ci rende cittadini di Betlemme; dobbiamo fare nostre l’umiltà e la povertà della grotta. Dio ha fatto di questo villaggio disprezzato e sconosciuto il luogo per eccellenza della Sua rivelazione. Ha scelto ciò che era nulla, ciò che era povero, ciò che era veramente umano, per dire all’umanità che anche Lui, il Dio Creatore, voleva essere come l’uomo, vivere con lui, assumere tutta l’angoscia, la povertà e la tragedia dell’uomo, del piccolo uomo che tutti noi siamo. Il Natale ha a che fare con questa grotta, questa paglia, questi umili animali e con due persone povere ma fiduciose che guardano questo bambino che viene annunciato come il Salvatore.

Perché la nascita di Gesù a Betlemme non è un evento storico che si perde nelle profondità della storia e che non interessa a me, uomo del terzo millennio. Il messaggio di Natale non è indirizzato all’umanità in generale (che in quanto tale non è nulla), ma è rivolto a ogni persona in particolare, come individuo. Raggiunge ogni anima, in modo unico ed eccezionale. E’ a me che è stato detto: “Ecco, vi porto una buona notizia di grande gioia… Oggi vi è nato un Salvatore” (Luca 2, 10-12). E’ ad ognuno di noi che questa gioia è annunciata. È per me che è nato un Salvatore. Il Natale è un dono per tutti, e dobbiamo sapere accoglierlo e riceverlo con fede e gratitudine.

La Natività di Cristo nella semplicità della grotta e della culla esprime, ancor prima che ogni parola sia pronunciata, la volontà di Dio di essere annoverato tra i più poveri, le persone più umili della terra. Si farà quindi trovare tra i diseredati di questo mondo (il loro numero è in costante aumento, mentre l’intelligenza non è mai stata così potente), tra i malati, i prigionieri, i peccatori, in ogni anima sofferente. Il vero cristiano desidera solo una cosa: essere povero con Gesù, piuttosto che ricco senza di Lui. Preferisce vivere nella grotta con Gesù, Maria e Giuseppe, piuttosto che in un albergo dove non ci sarà posto per lui se dirà chi è. Quindi, secondo le parole di Gesù che insegna ai suoi discepoli, chi lo venera come Maestro deve sapere che non ha un posto in questo mondo, perché: “Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (Luca 9:58).

La Natività di Cristo è la festa del Corpo Mistico di tutti i battezzati, perché è attraverso l’Incarnazione che tutti gli uomini e le donne sono diventati membri di Cristo. San Paolo lo capì bene quando scrisse ai Corinzi: “Voi siete il Corpo di Cristo e ne siete membra, ciascuno a suo modo” (1Cor 12, 27). Così noi crediamo che con l’Incarnazione abbia avuto inizio nella carne umana – quella di Gesù Cristo e degli uomini, un’unione ineffabile e che supera ogni comprensione. Infatti, al di là dell’evento storico accaduto a Betlemme, con il quale il Figlio di Dio ha assunto un corpo umano visibile, si è verificato un altro evento che riguarda l’intera razza umana: Dio, incarnandosi, in un certo senso sposa e riveste la natura umana di cui siamo partecipi, e crea tra Lui e noi una relazione che, senza smettere di essere quella di Creatore e creatura, è anche quella di ‘corpo’ e ‘membra’. Le due nature sono unite senza confusione. Il Natale ci permette quindi di diventare più profondamente consapevoli della nostra natura, la natura umana, rigenerata da Gesù Cristo, come sottolinea San Leone Magno: “Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricordati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro “. (Omelia per la Natività).

Possa dunque la Parola di Dio diventare carne in noi, in questo luogo creato per accoglierla, possa dunque entrare nel nostro corpo e trasformarlo. Possa il potere di questa Parola passare dall’esterno all’interno delle nostre membra e la legge dello Spirito prevalere sulla legge della carne. La Natività di Cristo avrà un significato reale per noi solo se la nostra stessa carne sarà trasformata, mossa e dominata dalla Parola fatta carne.

Santa Festa di Natale a tutti!

Parigi, 25 dicembre 2023/7 gennaio 2024

† Metropolita Giovanni di Dubna,

Arcivescovo delle Chiese Ortodosse di Tradizione Russa

in Europa Occidentale